ARCHITETTURE DEL VINO
Cantine di cui anche Bacco andrebbe fiero
L'Azienda agricola Conte Collalto di Susegana, progettata nel 1904 dall'ingegner Carpené, è dotata di un impianto enotecnico all'avanguardia, ora anche supportata da un nuovo show room, e la si può considerare all'altezza dei più famosi chateaux du Bordeaux...
Azienda Agricola Conte COLLALTO, Susegana (TV)
L’abitato di Susegana (TV) si struttura attorno e lungo la strada Pontebbana che fu costruita nel periodo Napoleonico.
Susegana, tuttavia, lega la sua storia più nobile già nel lontano XIII° secolo, quando i Conti di Collalto, prima Conti di Treviso, decisero di costruire il loro Castello di San Salvatore nei pressi delle colline dell’odierno abitato.
Il comune è situato a nord di Treviso e confina con il Sacro fiume Piave.
L’estensione territoriale è di 42 kmq ed è collocato ad una altitudine di 75 mt s.l.m. Gli abitanti, censiti alle ultime rilevazioni del 1995, sono ca. 10000 unità.
Nel 1904 su progetto dell’ingegner Carpenè <<ai piedi della collina San Salvatore, su un’area di cinquemila metri quadrati circa, furono (.) costruiti uffici amministrativi e nuova cantina enologica (fig. 1) in grado di sviluppare quest’ultima una capacità di 35.000 ettolitri>> (Passolunghi P.A., 1992, p. 194). In origine la vecchia cantina (figg. 2-3) era <<..ubicata nel borgo del Castello San Salvatore non distante dall’ex Chiesa di S. Giovanni Battista da tempo adottata a magazzino agricolo>> (Passolunghi P.A., 1992, p. 194, nota 55).
Probabilmente la decisione di costruire una nuova sede per le attività enotecniche fu dipesa dalle esigenze d’ampliamento e dalla evoluzione tecnologica che stava incalzando.
L’attuale complesso enotecnico per l’esposizione cardinale che può sfruttare, per la composizione planimetrica e dimensionale di cui gode, per la spiccata singolarità stilistica e architettonica moderna dei primi del Novecento e al tempo stesso storica di cui si fregia, per la cornice paesaggistica e teatro-scenica di strutturazione medievale di cui può vantarsi, ebbene per tutti questi motivi ma non solo, l’azienda può sicuramente confrontarsi a pieno titolo e parimenti con i più famosi chateaux du Bordeaux senza il pur minimo condizionamento d’inferiorità.
A nostro avviso alla base del progetto del complesso enotecnico ci sono dei forti richiami e degli evidenti riferimenti alle tipologie architettoniche castrensi.
Ed infatti, se osserviamo da vicino la planimetria dei corpi di fabbrica del complesso edilizio (fig. 4), benché sembri all’apparenza molto semplice, la figura sulla quale l’ing. Carpenè cimentò i propri studi fu sicuramente una forma chiusa su se stessa, impenetrabile ed introspettiva quasi come in un castello medievale, appunto.
La forte volontà di proseguire un dialogo architettonico con il Castello di S. Salvatore e di confermare le antiche radici ci pare assai fondata.
L’insediamento vinicolo è composto da quattro elementi compositivi posti ai quattro lati di una figura rettangolare: a nord e a sud sono ubicate le rimesse dell’azienda; ad ovest prende posizione il corpo di fabbrica che raccoglie le funzioni amministrative e direzionali.
Infine ad est, a chiudere il quarto lato del complesso edilizio, si posa l’edificio enotecnico in cui si svolgono tutte le operazioni vitivinicole dell’azienda.
L’ampia corte centrale perimetrata dagli edifici testé citati formalizza una figura rettangolare regolare nella quale al centro di essa una rilevante fontana d’acqua, perimetrata da una corona di verde giardino, irrompe nella pavimentazione. La corte pavimentata (fig. 5) permette, altresì, ai macchinari e ai mezzi gommati un ampio raggio di manovra per tutte le operazioni possibili.
Anche l’orientamento del complesso, ma soprattutto della cantina, è perfettamente e correttamente congegnato rispetto i punti cardinali e in particolare dell’esposizione dai raggi solari.
La costruzione enotecnica è costituita da un piano fuori terra (h= 5,60 m), in cui sono raccolti e distribuiti i reparti di vinificazione e di elaborazione del mosto-vino (fig. 4), ed un piano seminterrato (h= 5,30) nel quale sono concentrati i reparti di conservazione e d’invecchiamento del vino (fig. 6).
Come dicevamo al piano terra è compreso quel reparto enotecnico che nell’Ottocento veniva denominato più propriamente tinaia.
Esso trova la sua dimensione spaziale e ovviamente funzionale nell’ampio e lungo portico (h= 4,50) coperto da una tettoia, sostenuta da colonnine binate d’acciaio e base d’appoggio in cemento.
Questa soluzione planimetrica esprime e rispecchia tutta la capacità e soprattutto l’esperienza di un uomo e di un tecnico che di queste cose doveva intendersene.
ll lungo corridoio aperto ma coperto (vedi fig. 5) serve ai carri agricoli perché, man mano che giungono dalla vendemmia nei vigneti, si dispongono ordinatamente in fila, uno dietro l’altro, in attesa del conferimento e dello scarico dell’uva, riparati dagli agenti atmosferici nelle giornate di forti cadute piovose o al peggio di grandini.
Tale ambiente aperto è situato a sud della cantina perché esso deve usufruire pure del calore emanato dai raggi solari nelle ore di maggior punta, in modo da favorirne la fermentazione tumultuosa.
Una scaletta a pochi gradini sita in questo primo luogo vinicolo ci indica il percorso per accedere ai locali interni del reparto di vinificazione che è leggermente rialzato dal piano di calpestio della corte.
La pianta del reparto di vinificazione è strutturalmente suddivisa in tre settori (vedi fig. 4), due dei quali contengono le sale per le prime lavorazioni del mosto-vino (vinificazione, elaborazione) in cui trovano l’alloggio sia le grandi botti in legno di rovere posate su poste di cemento ad una altezza di 50 cm ca. dal pavimento, sia i vasi vinari in cemento realizzati nello stesso periodo della cantina.
Il terzo settore è adibito alla mostra del vino in bottiglia e alla sala per gli ospiti. In un angolo del piano terra, ad ovest del reparto di vinificazione per la precisione, è inserita la sala dell’impianto di refrigerazione e quello per l’imbottigliamento.
Sempre da un’altra scaletta collocata sotto il portico, si accede al piano seminterrato. Anche il reparto seminterrato, per la conservazione del vino, ripropone la medesima suddivisione strutturale della pianta precedentemente descritta. In esso (fig. 6) sono previsti tre settori enotecnici (sale) tutti però dedicati all’affinamento del vino, e dunque alla cosiddetta eterizzazione dello stesso, tramite botti in legno di rovere posate su poste di cemento ad una quota dal piano di calpestio della corsia di servizio di 50 cm ca.
Segnaliamo ad est del complesso edilizio l’importante presenza di un boschetto (fig. 7) che corre lungo tutto lo sviluppo del prospetto e probabilmente voluto in quella posizione (adiacente a via Montegrappa) dallo stesso ingegnere Carpenè.
Tale scelta fu dettata, secondo una nostra modesta analisi, dalla volontà di prevenire e così evitare una forte insolazione della parete che avrebbe a sua volta surriscaldato l’ambiente interno, causando variazioni di calore e temperatura, danneggiando irreparabilmente il vino in lavorazione.
Come dicevamo inizialmente riguardo i riferimenti ripresi e riproposti in chiave moderna che condizionarono le scelte dell’ing. Carpenè ci fu, oltre a quelli già citati, anche l’aspetto cromatico della costruzione enotecnica.
La scelta cromatica, infatti, che doveva decorare i prospetti del complesso architettonico cadde sapientemente sul colore giallo ocra.
A nostro avviso tale scelta rispecchiò una volta di più la forte volontà di riaffermare lo stretto legame che univa il territorio e dunque il paesaggio medievale circostante con il vicino Castello di San Salvatore.
BIBLIOGRAFIA.
1) Passolunghi P.A., 1990, “Il Castello San Salvatore dei Conti Collalto”, Marini Editore, Treviso, pp. 80-81.
2) Passolunghi P.A., 1992, “Da villaggio feudale ad azienda di famiglia: il caso di Susegana”, Estratto da Archivio Veneto, Serie V – Vol. CXXXIX.
3) Battistella O., 1927, “Il castello dei Principi di Collalto in San Salvatore di Susegana”, in L’illustrazione della Marca Trevisana, Anno II, A. 6.
4) Comunicazioni verbali del dott. Giustiniani, Dirigente dell’Azienda agricola Conte Collalto.
5) Sito Internet: w.w.w.tragol.it/tv/Susegana/Susegana.htm