ARCHITETTURE DEL VINO
Cantine di cui anche Bacco andrebbe fiero
I due piani della villa Rota che dalla strada testé citata emergono con evidenza tra la vegetazione del parco, il vigneto storico a latere (il brolo antico), l’adiacente barchessa e le Prealpi trevigiane sullo sfondo, creano nell’insieme una rilevante cornice paesaggistica...
Azienda Agricola Villa RONCHE (Rota-Brandolini) del Conte Brandino BRANDOLINI d’ADDA, Cordignano (Tv)
L’abitato di Cordignano si situa a sud di Vittorio Veneto e quindi a nord di Treviso; attraversato dal fiume Meschio, il comune ha un’estensione di 26,16 kmq con un numero di abitanti pari a 5.900 unità circa (rilevazioni 1995) ed è collocato ad una altitudine di 56 mt s. l. m.
Anche in questo territorio, come in molti altri del trevigiano, le fonti archeologiche individuano nei resti paleoveneti i primi ritrovamenti di una cultura lontana, ben radicata e mai dimenticata. Sono pure presenti resti archeologici gallici e romani a testimonianza dell’intenso traffico che in queste zone si verificarono.
Tremendamente influenzata dalle lotte intestine tra i vari Signori feudatari, l’area trovò successivamente una stabilità economica e sociale solo con l’arrivo e il controllo della Repubblica Serenissima.
L’arteria stradale principale di via Roma, in direzione Sacile, taglia il paese in due e delimita a nord la proprietà antica in cui si colloca il complesso edilizio di villa Rota-Brandolini d’Adda, ora Pavan Zanussi (fig. 3), e il brolo coltivato a vigneto (figg. 1-2).
I due piani della villa Rota che dalla strada testé citata emergono con evidenza tra la vegetazione del parco, il vigneto storico a latere (il brolo antico), l’adiacente barchessa (fig. 4) e le Prealpi trevigiane sullo sfondo, creano nell’insieme una rilevante cornice paesaggistica.
Da questa arteria, superata la proprietà verso est, si dipana una strada secondaria che si chiama via della Vigna (questa denominazione trae le sue origini da un antico appezzamento coltivato a vigneto nel 1871 e di proprietà dei Conti Brandolini; allora il paesaggio era costituito dalla tipica “Piantata Veneta” e cioè appezzamenti arativi e prativi, divisi da filari di gelsi e salici abbinati a viti (Cauz A., 1992, p. 165)) che conduce il visitatore all’ingresso principale dell’azienda vinicola dei Conti Brandolini d’Adda.
Un elegante cancello, sorretto da due pilastri in bugnato, segna e indirizza rispettivamente l’ingresso alla tenuta e il percorso che conduce alla seicentesca barchessa dove si colloca l’attività enotecnica. La barchessa è disposta longitudinalmente in senso est-ovest e misura le dimensioni di 96 m per una profondità di 21 m.
Al piano terra le funzioni vinicole, degne di un’azienda completa e avanzata, trovano la loro giusta collocazione.
Le operazioni del reparto di vinificazione, infatti, si svolgono nella sala a nord-ovest dove, cioè, sono innestate le apparecchiature enologiche come la tramoggia, la pigiatrice (e/o diraspatrice) e la pressa, tutte rigorosamente al coperto e riparate da una profonda tettoia.
Di seguito, nei locali meridionali, abbiamo i reparti d’elaborazione con i vasi vinari d’acciaio inox e le vasche di cemento armato.
La disposizione testé citata si ripete nella sala di conservazione posta in mezzeria a nord della barchessa con cisterne vinarie di capacità minore delle precedenti, ma questa volta, più a sud, con un vano longitudinale adibito anche alla sala per le barriques.
Le barriques sono alloggiate su un basamento continuo di cemento ad una quota di 30-40 cm ca. dal piano di calpestio della spaziosa corsia di servizio.
Fra queste due ali vinicole, costituite di cisterne, si incunea un locale che contiene le funzioni e le attività d’amministrazione e d’ufficio e soprattutto il laboratorio per le analisi del vino.
A nord-est della barchessa i precedenti luoghi si collegano con un ambiente molto importante per l’attività vitivinicola e destinato ad effettuare le operazioni d’imbottigliamento e dell’etichettatura, insomma del confezionamento.
Uscendo dalla cantina, proseguendo la strada bianca che corre innanzi al portico della barchessa, si giunge nel cuore della villa Pavan Zanussi.
Fu Gregorio Rota ad erigere la villa nella seconda metà del Seicento, molto probabilmente nel 1676. Questa data fa riferimento all’incisione eseguita sulla vera del pozzo nella quale è riportato anche il nome del nobile, che si trova nel giardino del parco.
L’opera architettonica, nel suo complesso, ripete lo schema tipologico delle ville venete di campagna con uno stupendo parco alberato antico e un lungo viale che segna l’ingresso principale alla residenza, mentre 48 statue seicentesche, raffiguranti divinità mitologiche e allegoriche, disegnano i percorsi interni.
La sintesi tra l’esperienza bordolese e quella friulana ha permesso al Conte Brandino Brandolini d’Adda di ottenere grandi uve, puntando solo sui vitigni Merlot.
Il diligente e minuzioso lavoro non poteva, infatti, che partorire un grande vino Merlot Vistorta D.O.C., accompagnato da sorprendenti etichette rispettivamente prodotte e progettate dalla medesima azienda Vistorta.
BIBLIOGRAFIA
1) Cauz A., 1992, “Toponomastica Cordignanese”, Comune di Cordignano (a cura), Edizioni Tipse, Vittorio Veneto.
2) Cauz A., 1988, “Notizie storiche su Cordignano”, Comune di Cordignano (a cura), Editoriali Artistiche Pordenonesi.
3) Circolo Vittoriose di ricerche storiche (a cura), 1996, “I Brandolini. Da capitani di ventura a nostri feudatari. 600° anniversario della morte di Brandolino Brandolini, conte di Zumelle”, in Atti del Convegno 20 Aprile 1996, Castello vescovile di Vittorio Veneto, Edizioni Grafiche De Bastiani.
4) Mazzotti (a cura) G., Puppi L., 1987, “Le ville Venete”, Ed. Libreria Canova.
5) Istituto regionale per le ville venete, “Ville venete. Catalogo e atlante del Veneto”, (a cura) Padoan A., Maffei S.P., Dalpozzo D., Mavian L., Marsilio, p. 204.
6) Sito Internet: w.w.w.tragol.it/tv/cordignano/cordignano.htm
7) Opuscolo-locandina dell’Azienda Agricola Conti Brandolini d’Adda.