ARCHITETTURE DEL VINO
Cantine di cui anche Bacco andrebbe fiero
La costruzione è del XIX° secolo, probabilmente eretta sulle rovine o sulle basi di un altro edificio fu di proprietà della famiglia De Toffoli, ai quali inoltre si deve l’origine dell’insediamento della cantina vinicola. Il complesso enotecnico è costituito da un corpo centrale e due annessi rurali...
CANTINA ADAMO CANEL s.a.s., Col San Martino (Tv)
Frazione del comune di Farra di Soligo, Col San Martino è una ridente località a nord di Treviso posta ai piedi delle rinomate “colline del Prosecco” e, quindi, compresa in quella zona chiamata Quartier del Piave.
Il complesso aziendale vitivinicolo della famiglia Canel si trova nel cuore della fascia collinare precedentemente accennata, ed è collocata ad una altitudine di 125 mt s. l. m
La costruzione è del XIX° secolo, probabilmente eretta sulle rovine o sulle basi di un altro edificio (Mazzotti G., 1987, p. 576), fu di proprietà della famiglia De Toffoli, ai quali inoltre si deve l’origine dell’insediamento della cantina vinicola (fig. 1).
Il prospetto principale, a sud del complesso (vedi fig. 2), assume una rilevanza del tutto particolare avendo esso la facciata decorata di dipinti e affreschi rimasti ancora intatti nella loro cromaticità e bellezza durante i due secoli di vita trascorsi.
Il complesso enotecnico è costituito da un corpo centrale, attualmente adibito a ristorante e albergo, orientato nella direzione est-ovest, e due annessi rurali disposti perpendicolarmente al primo, in direzione nord-sud, a formare una composizione a “C” rivolta e aperta con il quarto lato verso sud (figg. 1,3).
Dalla strada principale di Farra di Soligo un lunghissimo viale anticipa l’ingresso alla cantina della villa De Toffoli-Canel.
Tra il viale e la villa si inserisce uno spazio rettangolare delimitato a ovest dalla barchessa, a oriente dalla ex-scuderia e a sud da una elegante recinzione; l’elegante recinzione è interrotta solamente dai due pilastri che sorreggono il maestoso cancello.
Una volta aperto esso incornicia la villa in uno sfondo composto dalle colline e dalle tre Torri di Credazzo site un po’ più a nord-est.
La barchessa a ovest con archi “a sesto ribassato” accoglie i visitatori e gli enoturisti nella grande sala di degustazione dei prodotti vinicoli e lattiero caseari, il tutto condito dalla gentile ospitalità dei proprietari della cantina.
Il medesimo delizioso ambiente funge, però, anche da filtro e introduce l’enoturista alla sala della cantina di conservazione, disposta a nord-ovest dell’intero complesso architettonico.
La cantina di conservazione è un corpo di fabbrica che si dispone e corre sul prolungamento della villa ottocentesca.
Ai lati delle pareti vi sono alloggiate le grandi botti in legno di rovere, posate su eleganti poste di cemento, ad una altezza di 40-50 cm dal piano di calpestio.
Anche delle grandi cisterne vinarie di cemento armato trovano alloggio in uno dei lati della cantina con la particolarità, a differenza di altre, che sono finemente decorate e dipinte. Ciò le rende molto piacevoli anche all’occhio inesperto e neofita.
L’illuminazione e la ventilazione sono per lo più alimentate naturalmente attraverso doppie, ma piccole e basse, finestre ritagliate nel lato nord della parete e, dunque, l’orientamento consente una leggera e corretta penombra.
Adiacente alla sala di degustazione un alto portone in legno si apre ad un grande salone, di recente costruzione (seconda metà del XX° sec.).
In esso si concentrano la cantina di vinificazione e il reparto di stoccaggio attrezzato con vasi vinari d’acciaio inox tecnologicamente avanzati, e il reparto d’imbottigliamento-etichettatura per il relativo confezionamento.
I locali della barchessa est erano un tempo prestati allo svolgimento delle funzioni per la scuderia e usufruivano delle aperture degli archi a sesto ribassato.
Degli archi oggi s’intravede solamente il profilo appena pronunciato perché, in un periodo a noi sconosciuto, furono tamponati e resi ciechi.
Attualmente i vani dell’ex-scuderia ricoprono funzioni rurali per il ricovero dei carri agricoli.
Merita menzionare fra le presenze architettoniche di spessore all’interno dell’agglomerato storico la piccola chiesetta che, ubicata a nord-est, è dotata di timpano con colonne d’ordine dorico e il campanile a vela. L’affaccio principale della chiesetta è orientato a settentrione, verso la collina.
Le innumerevoli sfumature cromatiche di giallo ocra e paglierino, che invadono e pervadono il prospetto della ottocentesca villa, ben sintetizzano e rappresentano sia l’uva regina che in questi colli si coltiva sia il delizioso e colorato nettare dal quale nascono i favolosi Prosecco di Valdobbiadene D.O.C. Cartizze e D.O.C. Cru Moliana che l’azienda Canel produce.
BIBLIOGRAFIA.
1) Mazzotti (a cura) G., Puppi L., “Le ville Venete”, 1987, Libreria Editrice Canova, p. 576.
2) Dall’Anese E., Martorel P., 1991, “Il Quartier del Piave e la Valle del Soligo. Guida storica-artistica”, Nuova Stampa 3 Editrice, Pieve di Soligo (Tv).
3) Istituto regionale per le ville venete, “Ville venete. Catalogo e atlante del Veneto”, (a cura) Padoan A., Maffei S.P., Dalpozzo D., Mavian L., Marsilio, p. 207.
3) Sito internet: w.w.w.tragol.it/tv/Farra/Farra.htm